Con l’età, le mani sono soggette alla comparsa di discromie ma anche al fenomeno della “scheletrizzazione”, che le fa apparire segnate dall’aging. Come correre ai ripari? Due esperti consigliano i trattamenti estetici per entrambe le problematiche
Sempre al centro dell’attenzione, le mani sono tra le prime parti del corpo di una donna ad invecchiare. Esposte alle intemperie, all’acqua, al sole e sfruttate quotidianamente, sono spesso una parte che tradisce più velocemente di altre il processo dell’ aging.
Macchie, rughe e inestetistimi, fino al cosiddetto fenomeno della “scheletrizzazione”, sono tra gli effetti del processo di invecchiamento che inizia verso i 40 anni ma che può essere rallentato con i giusti trattamenti, come spiegano due esperti.
Cura delle mani: i trattamenti estetici da conoscere
Tra gli inestetismi più presenti sulle mani, le lentigo solari sono delle macchioline tondeggianti marroncine che compaiono principalmente sul dorso in seguito all’esposizione solare negli anni.
Come spiega la dott.ssa Ginevra Migliori, tra i trattamenti estetici per le mani più adatti, ci sono la luce pulsata, alcune tipologie di laser come i Q-Switched e i non ablativi frazionati, e i peeling chimici a base di acido tricloroacetico.
Contro le macchie: la luce pulsata anti-lentigo
«La luce pulsata è un fascio di radiazioni con diverse lunghezze d’onda che colpiscono e distruggono selettivamente la melanina concentrata nelle macchie solari. Una volta steso un sottile strato di gel trasparente sulle zone da trattare, si procede all’applicazione del manipolo del macchinario. La seduta non è dolorosa e non richiede anestesia». spiega la dottoressa.
«Nel periodo post-trattamento si formeranno sulle lentigo delle crosticine scure che cadranno nel giro di 3 settimane. Di solito sono sufficienti un paio di sedute, ogni 3/4 settimane, per ottenere la scomparsa delle macchie. Il costo è di 250-300 euro a seduta».
Oppure, i laser, che “distruggono” la melanina
Due le opzioi: i laser Q-Switched, che emettono energia di alta intensità in un brevissimo lasso di tempo, nell’ordine dei nanosecondi «in questo modo si ottiene una distruzione selettiva ed efficace della melanina concentrata nelle macchie».
«Il trattamento non richiede anestesia e sulle lentigo si formano delle crosticine scure che cadranno nel giro di 2/3 settimane. Sono consigliate circa 3 sedute a distanza di 3/4 settimane» Il costo è di circa 300-350 euro a seduta.
L’alternativa sono i laser non ablativi: «agiscono creando un piccolo danno termico controllato a livello dell’epidermide e del derma, così che si inneschi un processo di riparazione che porta alla formazione di tessuto nuovo e sano. Durante questo processo anche la melanina delle macchie viene eliminata e la pelle di conseguenza apparirà schiarita e con un colorito più uniforme», continua l’esperta.
Il trattamento non richiede anestesia, la zona trattata rimane arrossata per 2/3 giorni e diventerà ruvida al tatto a causa della formazione di microscopiche crosticine che cadranno nel giro di una quindicina di giorni. Sono consigliate 3/4 sedute a distanza di 2 settimane. Il costo è di circa 300 euro a seduta.
I peeling chimici rivitalizzanti, per mani liscissime
Tra i trattamenti estetici mani anti-age, ci sono anche i peeling chimici rivitalizzanti, in particolare il BioRePeelCl3 e il PRX-T33.
«Il primo contiene un mix di vari acidi, in particolare tricloroacetico al 35%, lactobionico, salicilico, tartarico, citrico, gamma-aminobutirrico insieme ad un cocktail di sostanze rivitalizzanti, come aminoacidi e vitamine, mentre PRX-T33 contiene acido tricloroacetico al 33%, perossido di idrogeno e acigo cogico» spiega la dottoressa Ginevra Migliori.
Tali sostanze vengono stese su tutta la superficie da trattare, massaggiate e poi sciacquate. «Agiscono non solo rimuovendo le cellule morte ma hanno anche una spiccata azione rivitalizzante, cioè promuovono la rigenerazione di nuove cellule, collagene ed elastina e migliorano la texture in termini di spessore e compattezza».
Scheletrizzazione, in cosa consiste e come combatterla
Cos’è la cosidddetta schelettrizzazione?
Si tratta di un progressivo impoverimento del tessuto adiposo sottocutaneo che generalmente inizia attorno ai 40 anni. Il processo rende maggiormente visibile le vene e i tendini e si accompagna anche alla perdita di acido ialuronico che porta ad avere meno tonicità e a una maggiore disidratazione.
Inoltre si ha una diminuzione della produzione di elastina e collagene, facendo quindi apparire le mani più vecchie di quello che sono.
I trattamenti anti-scheletrizzazione per le mani
Per ripristinare volume e compattezza delle mani, occorrono infiltrazioni di sostanze che fanno ritrovare alle mani la gioventù perduta. «Biorivitalizzanti, filler e tessuto adiposo autologo sono tre terapie che si iniettano nel derma e nel sottocutaneo» spiega il dottor Pier Luigi Canta, Chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico a Napoli.
«I biorivitalizzanti ridensificanti sono l’acido polilattico e l’idrossiapatite che stimolano la produzione di acido ialuronico e collagene endogeno, così da ottenere un naturale effetto volumetrico sfruttando il potere rigenerativo. Sono solitamente iniettati in una o più sedute fino ad ottenere un effetto volumizzante».
«Gli effetti collaterali sono veramente rari e legati alla risposta infiammatoria individuale, e comunque controllabili con normali antinfiammatori ed antiedemigeni» Il costo di questo tipo di intervento è dai 300 euro a seduta.
I filler per le mani, per riempire
Per ripristinare il volume e la compattezza si può utilizzare anche il Radiesse. «Si tratta di un iniettivo a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza presente anche nelle ossa e nei denti e quindi estremamente sicura e ben tollerata, il primo ed unico prodotto approvato dall’FDA americana per il riempimento ed il ringiovanimento del dorso delle mani».
Belotero Revive per reidratare
«Se si punta a migliorare della pelle si può fare ricorso a Belotero Revive, un prodotto a base di sostanze intensamente idratanti come glicerolo ed acido ialuronico cross-linkato» continua il dottor Pier Luigi Canta.
«L’infiltrazione delle sostanze iniettive avviene in anestesie locale mediante una microcannula che garantisce una distribuzione uniforme e ottimale dei prodotti con bassissima incidenza di lividi».
«Dopo la seduta è possibile tornare alle normali attività e anche dopo il trattamento non si avverte alcun fastidio, permane solo un lieve gonfiore che scompare nel giro di 24 ore circa. I primi risultati sono visibili da subito, ma a seconda dell’età del paziente e della gravità della scheletrizzazione possono essere richieste da 1 a 3 sedute a distanza di 3/4 settimane. Ogni 6-8 mesi è raccomandata una seduta di mantenimento».
Lipofilling, il trattamento di chirurgia plastica per le mani
Più complesso, anche sotto l’aspetto economico, «l’Autotrapianto di Tessuto Adiposo autologo è realizzato partendo dal prelievo in anestesia locale di alcune siringhe di grasso da zone donatrici tipo fianchi ed addome.
Successivamente, è trattato con lavaggio o centrifugazione e l’impiego come filler per volumizzare il tessuto sottocutaneo. «Attenzione però a non esagerare perché può portare al rigonfiamento eccessivo dei tessuti anche per qualche settimana» spiega il dottor Canta.
Il “pro” di questo trattamento è l’effetto rigenerativo delle cellule staminali contenute nel tessuto adiposo utilizzato. Il “contro” è il riassorbimento fisiologico, in quanto è difficile che più del 50% di tessuto sia riassorbito. Inoltre per qualche giorno si avranno edema ed ecchimosi e può rendersi necessaria più di una seduta, ma l’effetto è sorprendentemente naturale»
… E la classica crema mani
Applicata infatti quotidianamente, la crema mani gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento e nella cura.
«Sono da scegliere quelle specifiche anti-age, nutrienti e a base di antiossidanti, come le vitamine A, C ed E e l’acido alfa-lipoico. Fondamentale è anche il fattore di protezione 50+, da applicare tutti i giorni dell’anno» conclude la dott.ssa Migliori.