Quando si pensa all’estetica difficilmente si pensa allo smaltimento dei rifiuti centri estetici. In realtà questi centri ma anche i parrucchieri o i barbieri oppure altre attività come i negozi di tatuaggi si trovano, al termine dei vari servizi a dover smaltire una buona quantità di rifiuti taglienti considerati speciali.
Questi possono essere indicati con il Codice Europeo dei Rifiuti, abbreviato con CER, 18.01.03 che comprende genericamente i rifiuti speciali considerati pericolosi ed a rischio infettivo tra cui rientrano anche aghi da riempimento, siringhe e testine di rasoi. Sarà l’imprenditore il responsabile della gestione e dello smaltimento di tali rifiuti ad essere informato sulla normativa rifiuti speciali parrucchieri ed estetiste.
Inoltre, è importante ricordare che qualsiasi miscela o sostanza che vengono normalmente utilizzate per detergere, aromatizzare, modificare l’aspetto ecc. è da considerarsi potenzialmente inquinante.
Gestione dei rifiuti estetista
Il modo giusto di procedere dipende, ovviamente, dalla tipologia di rifiuti che ci si trova a maneggiare. Se si tratta di rifiuti taglienti o che in qualche modo, nella manipolazione, possano andare a ledere la cute si possono utilizzare dei contenitori appositi dalla struttura rigida.
Smaltimento lamette e lo smaltimento aghi
Un contenitore di questo tipo deve essere scelto della misura più adeguata al materiale che deve racchiudere e, soprattutto se si tratta di aghi da riempimento, aghi per tatuaggi o rasoi deve riportare una scritta identificativa come la seguente “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti”.
Prima di procedere all’utilizzo del contenitore per lo smaltimento aghi usati è una buona norma quella di controllarne l’integrità e la tenuta, in caso presentasse difetti va restituito alla ditta produttrice. Nell’utilizzo è opportuno non superare i tre quarti della capienza massima, solitamente questo volume viene segnalato all’esterno in modo che il tutto risulti semplice ed intuitivo. Solo quando si sarà riempito fino a tale limite il contenitore potrà essere chiuso definitivamente.
Smaltimento cosmetici
Il discorso sarà ben diverso per quanto riguarda i cosmetici. Questi, così come i prodotti farmaceutici, sono dei potenziali inquinanti se rilasciati negli ambienti senza seguire particolari accorgimenti in quanto dei residui possono finire nelle falde acquifere oppure nel sottosuolo. Per smaltirli nel modo corretto è opportuno verificare in modo attento la scheda fornita dal produttore dove per legge è indicata la giusta modalità di smaltimento.
Per quanto riguarda i rifiuti liquidi per esempio i rifiuti parrucchieri, invece è importante che, nel momento del loro smaltimento, questi siano ben chiusi nei loro flaconi e smaltiti secondo le indicazioni che si trovano nell’etichetta, portati nelle varie isole ecologiche od eventualmente consegnati ad aziende specializzate. Discorso a parte per lo smaltimento solarium che rientra nella categoria di rifiuti elettrici ed elettronici RAEE.
A chi affidare lo smaltimento rifiuti estetica?
In realtà il tutto, rispetto a qualche tempo fa, è molto semplificato e può avvenire in due modi.
Se l’attività è piuttosto piccola l’imprenditore, il responsabile od un loro delegato può procedere in tutta autonomia portando, fino ad un massimo di trenta chili al giorno, i vari rifiuti all’impianto che provvederà allo smaltimento.
In questo caso sarà obbligatoria l’iscrizione alla Sezione Regionale dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
Il secondo modo, forse più pratico, è quello di rivolgersi ad un’azienda specializzata ed autorizzata per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti centri estetici. Ecco un esempio di azienda di smaltimento rifiuti estetica.
La maggior parte delle ditte si occupa anche di autorizzare ed organizzare non solo la raccolta dei rifiuti centro estetico ma anche la distribuzione dei vari contenitori per svolgere tale attività. Questo sistema di smaltimento va anche a sgravare il produttore dei rifiuti da eventuali adempimenti tecnici e burocratici che potrebbero essere anche molto dispendiosi in termini di tempo ed economici.
La cosa in comune in entrambi i casi riguarda però la modulistica ed, in particolare, va ricordato che vige l’obbligo della conservazione in ordine cronologico dei formulari di trasporto che vengono emessi dal produttore oppure da chi è incaricato del ritiro. Questi documenti poi, per facilitare i controlli, saranno conservati all’interno delle aziende dove viene svolta quella particolare tipologia di attività. Non c’è più alcun obbligo di registrazione sul registro di carico e scarico dei rifiuti (MUD).